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Tassa di soggiorno ed affitti brevi come funziona
L’imposta di soggiorno, conosciuta comunemente come tassa di giorno, rappresenta un onere fiscale cui anche i proprietari di alloggi turistici locati con l’affitto breve devono sottostare.
Tuttavia, trattandosi di un’imposta locale, importi e modalità di pagamento possono variare a seconda del comune in cui si trova l’immobile.
Che ne dite, dunque, di andare a scoprire insieme nei paragrafi che seguono tutto quello che c’è da sapere in merito all’argomento tassa di soggiorno ed affitti brevi?
Se siete d’accordo con noi, iniziamo subito!
Cos’è la tassa o imposta di soggiorno
La tassa di soggiorno rientra nella categoria delle imposte comunali dirette che vengono versate direttamente nelle casse del Comune in cui è situato l’immobile.
Nello specifico, si tratta di un’imposta che viene versata giornalmente da ogni persona che prenoti o alloggi in una struttura turistica per tutto il periodo del soggiorno o solo una parte (ad esempio le prime 7 o 10 notti).
È chiamata “di soggiorno” poiché fa riferimento ai soli ospiti di strutture ricettive ed è, infatti, consentito applicare la tariffa solo a quei comuni che siano classificati come città d’arte o altro territorio a vocazione turistica.
La sua introduzione, avvenuta con il D.L.23/11, rientra nelle riforme volte al conseguimento di una maggiore autonomia fiscale da parte degli enti locali.
Di fatto, la normativa relativa all’imposta comunale di soggiorno sancisce un obbligo sia per gli ospiti, sia per i proprietari di strutture ricettive:
- I primi sono tenuti al pagamento della tassa per tutti i giorni previsti dalla regolamentazione locale.
- I secondi sono obbligati alla corretta riscossione della tariffa e al suo versamento nelle casse dell’ente comunale di riferimento.
Ne consegue che il mancato pagamento della tassa di soggiorno possa determinare sanzioni sia per i proprietari, sia per gli ospiti inadempienti.
Tassa di soggiorno come funziona per gli affitti brevi
Il titolare e gli ospiti di un alloggio locato con la modalità contrattuale dell’affitto breve che si trovi in una città d’arte o comunque in un territorio a vocazione turistica in cui sia stata istituita l’imposta comunale di soggiorno dovrà, quindi, sottostare al pagamento di questa tassa.
Fin qui il discorso è abbastanza semplice. Le cose cambiano quando si vuole, invece, conoscere l’importo di questa tariffa, in quanto, entro certi limiti, è consentito ai comuni stabilire da soli e in completa autonomia se applicare una quota fissa oppure una percentuale sul totale della prenotazione.
Sempre il Comune può anche decidere di stabilire dei criteri di esenzione (ad esempio i minori al dì sotto di una certa età, i disabili o le persone sopra i 65 anni) o di applicare la tassa soltanto nei periodi di alta stagione.
Per conoscere, quindi, quale sia l’effettivo importo della tassa di soggiorno e le sue modalità di applicazione per gli affitti brevi o qualunque altro tipo di struttura si dovrà fare sempre riferimento al sito dell’ente o agli stessi uffici comunali.
Da notare che, in genere, l’ammontare dell’imposta varia anche in base al tipo di struttura: un hotel a 5 stelle sarà, pertanto, tenuto ad applicare ai propri ospiti una tassa di soggiorno superiore a quella di un B&B, di una casa vacanza o di un immobile locale con affitto breve.
Cosa succede se l’ospite non vuole pagare la tassa di soggiorno
Mentre il proprietario di una struttura ricettiva o di un immobile locato con affitto breve a fini turistici viene punito nel caso di mancato versamento della tassa di soggiorno nelle casse comunali, anche l’ospite può essere punito con una sanzione qualora, per qualunque motivo, si rifiutasse di pagare l’importo dovuto.
In alcuni Comuni è prevista anche la compilazione di un modulo da parte dei visitatori che si rifiutano di pagare l’imposta in cui viene loro chiesto di assumersi tutte le responsabilità del mancato pagamento.
Tassa di soggiorno nelle principali città italiane
Abbiamo ritenuto utile fornire a questo punto anche alcune indicazioni circa l’importo previsto per la tassa di soggiorno e relative esenzioni nelle due città principali in cui opera Hostay: Roma e Milano.
Tassa di soggiorno Roma
A Roma è previsto il pagamento della tassa per le prime 10 notti di soggiorno; dall’undicesima notte in poi il visitatore non dovrà più pagare alcuna imposta.
Gli importi, che possono variare anche di anno in anno quindi vi invitiamo sempre a fare riferimento al sito dell’ente, sono differenziati a seconda del tipo di struttura ricettiva:
- 2 € per i campeggi;
- 3,50 € per B&B, affittacamere, case vacanza e affitti brevi;
- 4 € per agriturismi e residenze turistiche;
- Da 3 € a 7 € per gli hotel a seconda della categoria (hotel 1 stella, 2 stelle, 3 stelle e così via).
Sono esentati dal pagamento della tariffa di soggiorno nel comune di Roma:
- I minori sotto i 10 anni;
- Le persone disabili o malate che si spostano per fare visite mediche o ricoveri e loro accompagnatori;
- Gli ospiti degli ostelli della gioventù;
- Gli autisti di pullman;
- Le guide turistiche che accompagnano gruppi;
- Politici e rappresentanti delle forze dell’ordine.
Tassa di soggiorno Milano
Anche a Milano esiste l’obbligo di far pagare la tassa di soggiorno agli ospiti di strutture ricettive, con importi giornalieri per persona che variano a seconda del tipo di struttura ricettiva:
- 2 € per B&B e affittacamere;
- 3 € per i campeggi, gli agriturismi, le case vacanze e tutti gli altri tipi di locazione turistica;
- Da 2 a 5 € per gli hotel a seconda del numero di stelle.
Il pagamento della tariffa è obbligatorio fino ad un massimo di 5 pernottamenti consecutivi nella stessa struttura.
Sono, inoltre esentati dal versamento:
- I minori di 18 anni;
- I giovani con età inferiore a 30 anni che pernottano in ostelli;
- Studenti universitari che studiano in atenei milanesi fino a 26 anni;
- Malati, disabili o altre persone che si spostano per motivi di salute e loro accompagnatori;
- Personale delle forze dell’ordine;
- Volontari di Protezione Civile o appartenenti ad associazioni di volontariato in caso di calamità.
Tali condizioni devono però essere dichiarate all’interno di un’apposita autocertificazione.
È prevista, infine, anche una tariffa speciale per la tassa di soggiorno nel comune di Milano pari al 50% dell’importo consueto che si applica nel caso di soggiorni dovuti a congressi e fiere: in tal caso la voce da inserire nell’autodichiarazione è “riduzione per eventi congressuali”.
Come far pagare la tassa di soggiorno ai propri ospiti
Uno dei problemi maggiori relativamente alla tassa di soggiorno è come farsi pagare la tariffa dai propri ospiti.
Molti, ad esempio, chiedono di effettuare il saldo dell’importo alla fine del soggiorno, altri al momento dell’arrivo, generando spesso polemiche da parte dei visitatori meno informati o, che magari non avevano ancora ben compreso dell’obbligo di dover pagare anche questa tassa di tasca propria.
Il nostro consiglio, quindi, è quello di includere il pagamento della tassa di soggiorno nei costi iniziali, come suggerisce ad esempio il portale AIRBNB, il quale contempla la possibilità per i propri host di chiedere agli ospiti di corrispondere l’intero importo della tariffa di soggiorno al momento della prenotazione.
Gli importi versati dagli ospiti dovranno poi essere girati dai proprietari degli immobili alle amministrazioni locali di riferimento attraverso bonifico, bollettino o carta di credito.
Conclusioni
Il pagamento della tassa di soggiorno è obbligatorio per tutti gli ospiti di strutture ricettive, anche per coloro che alloggiano in immobili locati con affitto breve che si trovano in città d’arte o altre località turistiche che hanno istituito l’imposta. Ai proprietari spetta poi l’onere di versare gli importi ricevuti direttamente nelle casse comunali secondo modalità e tempi stabiliti dalle stesse normative locali.
Se da una parte questa può sembrare una scocciatura ulteriore, sia per gli ospiti sia per i proprietari, vi invitiamo a ricordare sempre che il turismo è un’attività redditizia, ma anche piuttosto costosa per i territori locali poiché fa aumentare notevolmente i costi di alcuni servizi, come ad esempio la nettezza urbana e l’ordine pubblico.
L’istituzione di questa tassa, pertanto, serve anche a dare una boccata di ossigeno alle casse municipali, permettendo così a chi opera nel turismo di avere servizi migliori e più puntuali per i propri ospiti.
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